Concerti poco green…grazie ma no grazie
Vista l’aria che tira non ci resta che essere creativi… letteralmente.
Ciao! Stai leggendo Climax, la newsletter mensile di Greencome che riflette sulle notizie più importanti su clima e ambiente, per capire come vivere su un Pianeta che cambia sempre più velocemente.
Ondate di calore, Benessere Animale, Los Angeles
Le 3 notizie del mese, selezionate da noi. Dall’Italia, dall’Europa, e dal Mondo. In pieno stile Climax.
Uno studio della London School of Hygiene & Tropical Medicine, pubblicato su Nature Medicine, prevede oltre 2,3 milioni di decessi legati alle temperature estreme in 854 città europee entro la fine del secolo. L’impatto sarà particolarmente grave nelle città mediterranee, con l’Italia tra i paesi più a rischio. Roma (147.738 decessi previsti), Napoli (147.248), Milano (110.131) e Genova (36.338) figurano tra le dieci città europee con il maggior numero di vittime stimate e dunque con il più alto tasso di mortalità legato al riscaldamento globale.
La Commissione Europea ha approvato nuovi standard per la classificazione delle carni suine, introducendo lo Zoometer, un innovativo dispositivo di tele-rilevamento sviluppato da Orisha Srl. Questo strumento misura con precisione le caratteristiche morfologiche degli animali e, grazie a un sensore termografico, monitora anche il loro stato di salute. Integrato con un’app Android, garantisce maggiore efficienza negli allevamenti e una migliore qualità delle carni. La nuova regolamentazione, in vigore dal 2025, segna un passo avanti verso una filiera più trasparente e sostenibile.
Il cambiamento climatico ha reso più probabili gli incendi devastanti che nelle ultime settimane hanno bruciato 151 km² di Los Angeles, causando 29 morti e la distruzione di oltre 16.000 case. Lo rivela uno studio del World Weather Attribution (WWA), che analizza il legame tra eventi estremi e riscaldamento globale. Secondo i ricercatori, le condizioni di caldo, siccità e vento che hanno alimentato i roghi sono aumentate del 35% rispetto all’era preindustriale, e se le emissioni di combustibili fossili continueranno, eventi simili diventeranno fino all’80% più probabili entro il 2100.
L’arte può aiutarci contro la crisi climatica?
Abbiamo chiesto a Lotta, musicistə e attivistə per il clima, di rispondere a questa domanda:
💬 Quale pensi possa essere il ruolo dell’arte per mobilitare le persone sul tema del cambiamento climatico?
L’arte ci insegna a guardare il mondo con occhi diversi. Ci spinge a riflettere sulle nostre fragilità e contraddizioni, a riscoprire la nostra forza creativa. Ci invita a emozionarci, a indignarci, a stupirci e ci può liberare dall’indifferenza.
Se bastassero i dati, ormai non ci sarebbe più bisogno di “convincere” nessuno: la comunità scientifica è chiarissima sui rischi che corriamo e sulle nostre responsabilità. Ogni giorno nuovi report ci mostrano quello che sarà la normalità, dove di normale non c’è nulla. Alluvioni, incendi, siccità, malattie, guerre. Spesso, però, la paura paralizza e ci spinge a negare o a rassegnarci.
L’arte può aiutarci proprio qui: può arrivare dove i numeri non bastano, toccare corde profonde. Può farci incontrare—perché siamo tantə e ce lo dimentichiamo—ci permette di guardarci negli occhi e chiederci: e adesso?
Io l’ho vissuto in prima persona. Dal 2022, viaggio in tutta Europa con il mio contrabbasso per abbattere i muri dell’indifferenza e parlare del collasso climatico. Ho visto con i miei occhi quanto la musica possa creare connessioni, accendere domande, portare le persone a riconoscersi in una storia che, in fondo, appartiene a tuttə.
Ognunə ha dentro un fuoco che può diventare matrice di cambiamento. Io ho scelto la musica, ma ognunə in forme diverse può contribuire. La lotta climatica riguarda tuttə e ha bisogno di tuttə.
Per chiudere cito un testo di Kae Tempest che lə miə compagnə mi ha fatto scoprire qualche giorno fa: "La creatività è un atto di amore", e la connessione non appartiene solo agli artisti, ma a chiunque si immerga completamente in ciò che fa, chiunque presti davvero attenzione. Ed è proprio questo che l’arte può fare: creare uno spazio in cui, per un attimo, ci sentiamo più vicinə. Più presenti. Più umani. E da lì, forse, possiamo iniziare a cambiare davvero.
L’industria musicale può essere sostenibile?
Nella scorsa puntata vi abbiamo chiesto se avreste o meno seguito il Festival di Sanremo. Ecco cosa ci avete risposto:
E anche questa edizione del Festival di Sanremo ce la siamo tolta, per il bene di chi ha fatto le ore piccole per una settimana e di chi non ne poteva più delle collane di Tony Effe.
Come ogni anno, la kermesse ha ospitato, in qualità di sponsor, i maggiori responsabili “in-house” della catastrofe climatica nei loro outfit più “green” (emh ehm Eni), con tanto di nave da crociera a largo della costa ligure per il gusto di estendere la festa a più ecosistemi.
Sorvolando sul greenwashing, il Festival ci offre uno spunto prezioso per riflettere sugli impatti dell’industria dell’intrattenimento, e in particolare degli eventi live in termini di sostenibilità ambientale e sociale.
L’arte, in tutte le sue forme, è un mezzo di espressione e connessione potentissimo che può diventare uno strumento dirompente per promuovere delle cause nobili (come dimostra la musica di Lotta).
È anche un’industria che dà lavoro a migliaia e migliaia di persone, che genera valore per i territori, e che naturalmente provoca un impatto ambientale che spesso non è facilmente percepibile.
C’è però chi ha deciso di riconoscere questo impatto e misurarlo così da poterlo ridurre. I tour dei Coldplay sono stati un esempio pionieristico in questo senso. In Italia, il Music Innovation Hub (MIH) “è la prima realtà che ha sentito un forte bisogno di lavorare sull’innovazione di questo settore inteso come ecosistema”, ci ha raccontato Sarah Parisio, Responsabile dell'Area Sostenibilità. “I nostri progetti nascono come soluzioni per sostenere la crescita della filiera musicale, accompagnando le aziende e la società verso un futuro più sostenibile”.
L’esperienza del MIH ci dimostra che l’industria musicale ha una grande responsabilità non solo nel promuovere messaggi positivi ma anche nel ridurre al minimo gli impatti sull’ambiente (evitando ad esempio di devastare le spiagge).
Come? Partendo dalla pianificazione stessa degli eventi. A questo scopo, MIH ha sviluppato il Protocollo per gli eventi sostenibili in un momento in cui la sensibilità del settore musicale rispetto allo Sviluppo Sostenibile era ancora molto scarsa, soprattutto nel contesto italiano dove, nelle parole di Sarah, “l’attenzione ai processi è scarsamente rilevante, dove le abitudini sono dure a morire, e dove le soluzioni nel settore culturale (e in particolare nell’ambito dello spettacolo dal vivo) ce le dobbiamo trovare da soli”.
Indubbiamente la strada da fare è ancora lunga, ma l'interesse riguardo le competenze sviluppate grazie al Protocollo è la dimostrazione che qualcosa si sta muovendo nella direzione giusta.
Ci sono un po’ di veicoli offensivi in questa crisi climatica
Per chi si muove in bicicletta o a piedi in contesti urbani dove i veicoli a motore prendono sempre più spazio, essere bersaglio della rabbia degli automobilisti è un’esperienza indubbiamente familiare. Rallentamenti, traffico, o semplicemente la smania di arrivare portano molte persone a inveire contro chiunque si incontri sulla “loro” strada. Questo fenomeno, riconducibile alla “capacità offensiva degli utenti”, è spiacevole ma non pericoloso quanto la capacità offensiva dei veicoli, che misura invece la pericolosità di uno scontro con un veicolo e dipende da massa e velocità. Ogni utente della strada deve prestare attenzione, ma chi guida un veicolo con maggiore capacità offensiva (automobile/moto/camion vs bici/pedone) ha evidentemente maggiore responsabilità, sopratutto nei confronti di chi, tra l’altro, apporta benefici a tuttə scegliendo la mobilità dolce.
Cantare sotto la doccia🚿
Una doccia di 5 minuti comporta, in media, l’utilizzo di circa 75-90 litri d’acqua. Per questo, senza giudizio, vogliamo chiedervi:
Grazie per aver letto Climax!
Grazie per aver letto Climax! 💚
Questa newsletter è a cura di: Emma Cabascia, Annalisa Gozzi ed Erika Bruno.
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